La gestione delle emozioni con E.F.T.

Introduzione 

In questo articolo vediamo come funziona la gestione delle emozioni con E.F.T., questa meravigliosa tecnica energetica.

Iniziamo dal nome: E.F.T. è un acronimo che sta per “Emotional Freedom Tecnique” ovvero tecnica di rilascio emozionale.

Nasce negli USA negli anni ’90 ad opera di Gary Craig – mentre la diffusione in Italia è più recente grazie ad Andrea Fredi, ricercatore, divulgatore  e fondatore di EFT Italia (https://www.eft-italia.it/homepage )

Scopo della tecnica

E.F.T. è molto flessibile: posso praticare in autonomia, farmi affiancare da un’altra persona o da un facilitatore o lavorare in gruppo.

Occorre scegliere un tema che si vuole affrontare in sessione.

I temi possono essere collegati a un’emozione: ad esempio rabbia per un litigio, ansia per un esame, paura del buio) o ad una parola o immagine che ci infastidisce (rapporto con il denaro o scarsa autostima). 

Se la persona preferisce mantenere il riserbo non serve che entri nei dettagli e può anche solo parlare delle proprie reazioni e sensazioni fisiche collegate al tema.  

Il funzionamento di E.F.T.

Come ho già accennato nel primo articolo sulla gestione-dello-stress prima di iniziare la sessione chiedo di trovare la sensazione a livello corporeo e di attribuirle un valore in una scala soggettiva da 0 a 10.

Il grosso del lavoro è mantenere l’attenzione sul fastidio seguendolo se si muove.

Il modo migliore di fare pratica all’inizio è lavorare almeno in coppia per potersi dedicare all’ascolto delle sensazioni. 

Stimolazione dei punti e frasi

Come avviene in concreto la gestione delle emozioni? Stimolando una serie di punti sulla cute e usando delle frasi che aiutano a spostare il focus su determinati aspetti.

Una routine o giro è una sequenza di diversi punti che generalmente include:

  1.  punto karate a lato della mano
  2. la sommità del capo,
  3. l’attaccatura delle sopracciglia,
  4. a lato degli occhi,
  5. sotto gli occhi,
  6. sotto il naso,
  7. sul mento,
  8. all’altezza delle clavicole,
  9. a lato del corpo altezza capezzoli
  10. a lato di ogni unghia delle dita della mano.

Ad ogni punto corrispondono un meridiano, collegato ad un organo interno, e un tipo di emozione ma si può praticare anche senza conoscerne l’elenco.

Massaggio dei punti o Tapping

Si stimolano i meridiani utilizzando le dita di una o entrambe le mani massaggiando, “picchiettando” o tenendo il punto in base alle preferenze di ognuno.

Lato o destro o sinistro del corpo non fa differenza perché i meridiani scorrono simmetrici.

Contemporaneamente si effettua una sorta di meditazione attiva usando delle frasi per dare una nuova direzione al sistema mente-corpo.

Le frasi

Riporto qui le frasi classiche che possono sempre essere personalizzate e aggiornate con la pratica.

“Lascio andare ogni attaccamento energetico legato a .. [tema]”.

“Ripristino il corretto flusso di energia nella .. [ zona del corpo interessata]”.

“Anche se… [ho questo problema] mi amo e mi accetto completamente e profondamente”.

Il segnale che l’energia si muove: i rilasci

Può capitare che il fastidio aumenti leggermente prima di perdere intensità. Va preso come un segnale che il sistema si sta riequilibrando e la persona valuta se fare una pausa (per bere un bicchiere d’acqua perché un buon livello di idratazione aiuta) o insistere portando un attimo di pazienza.

Non è una competizione e ci possiamo lasciare guidare dal buon senso. L’atteggiamento corretto è di prendersi tutto il tempo che serve per fare tutte le pulizie e le integrazioni necessarie.

Con il progredire della sessione il praticante inizia ad avere dei “rilasci” (sbadigli, ruttini, sospiri, risa o pianto) e sente l’energia che ricomincia a fluire (molto spesso si percepiscono brividi o calore).

Spesso il fastidio iniziale tende a muoversi (salendo o scendendo) lungo il corpo ed è opportuno “seguirlo”. La sfida è non accontentarsi fino ad azzeramento dei fastidi.

Risultati misurabili

Al termine della sessione si effettua nuovamente la misurazione del fastidio misurato all’inizio per avere in tempo reale una misura dei progressi.

L’effetto che si persegue è arrivare a sorridere, o perlomeno ritornare neutri, rispetto al tema.

Il praticante a questo punto valuta:

  • quanto è soddisfatto,
  • se il lavorp è finito o se necessita altre sessioni,
  • se sono emersi altri temi interessanti che meritano la sua attenzione.

Conclusioni

Sta all’abilità del praticante o del facilitatore  far sì che questo “lavoro” sia il più possibile divertente e leggero.

L’unico errore che si può fare è lasciare un lavoro a metà per cui consiglio sempre di scegliere il tema in base al tempo disponibile e al livello di esperienza personale ( più ci si allena e più i progressi sono veloci).

Grazie a questa tecnica ognuno può elaborare creativamente (anche in completa autonomia una volta che ha preso confidenza con la tecnica) le tematiche più svariate e alleggerire anche carichi emotivi importanti.

Il bello è che non serve credere che questa tecnica funzioni o conoscere il funzionamento dei chakra o della medicina cinese. Basta praticare un minimo per riconnettersi e lasciar fare al corpo.

E.F.T. si presta molto bene a essere integrata con altre pratiche e discipline.

Anche solo fare tapping senza usare le frasi è rilassante e aiuta a gestire le emozioni ed i livelli energetici. 

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